Il nuovo PUMS piano della mobilità sostenibile di sostenibile ha solo i conti per le casse del Comune, non certo per le tasche dei cittadini.
In città oltre 6.000 posti auto gratuiti in strada (strisce bianche o senza strisce) diventeranno stalli a pagamento (strisce blu) , in quartieri popolari già alle prese con dinamiche sociali ed economiche piuttosto complesse. Quartieri come Santa Rosa, San Pio, Salesiani, Leuca, Stadio, Partigiani.
Cittadini residenti, domiciliati, lavoratori, studenti, pensionati, che in una città già spremuta dalle aliquote ai massimi, imposte dallo stato di predissesto dell’Ente, fanno i conti con pochi servizi e ulteriori balzelli.
Chiediamo quindi che Giunta e Consiglio Comunale si impegnino a non adottare il PUMS se non emendando l’articolazione delle nuove aree individuate. Rimodulare quelle attuali ed inserirle nel piazzale dello stadio dove ci si reca saltuariamente e per divertimento, potrebbero essere le prime azioni da attuare in sostituzione della scellerata volontà di fare cassa nelle periferie.
Se non dovesse bastare il buon senso, potrebbe intervenire la giurisprudenza.
L’articolo 7 del Codice della Strada stabilisce che il Comune deve riservare una adeguata area destinata a parcheggio gratuito ad eccezione solo nelle seguenti aree:
- zone pedonali
- zone a traffico limitato (ZTL)
- agglomerati urbani di particolare pregio storico, artistico e di particolare pregio ambientale
- altre zone di rilevanza urbanistica, opportunamente individuate e delimitate dalla giunta, dove sussistano specifiche esigenze di traffico.
La Cassazione, con la sentenza n. 20293/2024, ha accolto il ricorso di un automobilista che sosteneva che le delibere comunali che istituivano le aree di sosta a pagamento non fossero adeguatamente motivate e che non ci fosse una ragionevole proporzione tra aree di sosta gratuite e a pagamento, come previsto dal Codice della Strada (art. 7 Cds).
La Suprema Corte ha dato ragione all’automobilista, stabilendo che:
- i Comuni, nel delimitare le aree di sosta a pagamento, devono motivare in modo specifico le esigenze che giustificano la scelta e dimostrare di aver effettuato una valutazione sulla proporzionalità tra aree gratuite e a pagamento;
- non è sufficiente richiamare genericamente la normativa senza fornire una giustificazione concreta della scelta.
Con questa raccolta firme perciò chiediamo di fermare la creazione di nuove strisce blu nelle periferie leccesi.

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